Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative all'Arabia Saudita

lunedì 27 agosto 2012

Petrolio: aumenta la dipendenza degli USA

Gli Stati Uniti sono sempre più legati al petrolio proveniente dall’Arabia Saudita.

Secondo recenti stime, le importazioni di greggio arabo sarebbero cresciute di oltre il 20% nell’ultimo anno. Più precisamente gli USA avrebbero acquistato una media giornaliera di oltre 1,45 milioni di barili di greggio nel corso dei primi cinque mesi di quest'anno, rispetto a una media giornaliera, nello stesso periodo dello scorso anno, di circa 1,15 milioni di barili.
A spingere in alto le importazioni dell’oro nero hanno contribuito una serie di fattori. Innanzitutto la consapevolezza che le sanzioni contro l’Iran avrebbero potuto far salire alle stelle il  prezzo del barile. Un ruolo determinante l’ha giocato poi anche la monarchia saudita che, tradizionale alleata di Washington, ha sostenuto la produzione petrolifera nazionale, innalzandola del 10% nell’ultimo anno.
Nulla è però da dare per scontato e la rinvigorita alleanza arabo-americana potrebbe presto incrinarsi. Con la recente morte di alcuni membri anziani della famiglia reale saudita infatti, non si escludono guerre sull’asse ereditario che potrebbero avere ripercussioni anche sugli equilibri di politica estera di Ryad. Le preoccupazioni americane sono inoltre alimentate dalla chiusura dello Stretto di Hormuz, unica via attraverso cui passa la maggior parte del petrolio del Golfo, che mette gli States in una situazione a rischio di shock petrolifero.

martedì 3 luglio 2012

Saipem: aggiudicati nuovi contratti in Arabia Saudita per un miliardo di dollari

La S.p.a. del gruppo ENI si è aggiudicata nuovi contratti in Arabia Saudita e Nigeria del valore di un miliardo di dollari.

La Saipem, società specializzata nel settore della prestazione di servizi per il settore petrolifero, ha firmato la scorsa settimana un contratto con Saudi Aramco, la compagnia nazionale saudita di idrocarburi e Sumitomo Chemical, società giapponese che dal 2005 ha avviato una joint venture con la oil company araba. Il contratto epc prevede l’espansione del complesso integrato di impianti petrolchimici e di raffinazione della città di Rabigh, situata al nord di Jeddah, sulla costa occidentale dell’Arabia Saudita. In particolare si progetta, entro la fine del 2015, la costruzione di due Unità di trattamento: un Impianto di Conversione delle nafte e un Complesso per la produzione di composti aromatici. Il complesso di Petro Rabigh la cui produzione originale eccede i 20 milioni di tonnellate l’anno di petrolio e di prodotti petrolchimici, potrà trattare, dopo l’espansione, 30 ulteriori milioni di piedi cubici standard di etano al giorno e 3 milioni di tonnellate di nafta all’anno. Buoni i riflessi del titolo Saipem su Piazza Affari che all’indomani della stipula dei nuovi contratti è cresciuto del 6,16%, confermandosi, alla chiusura della borsa di mercoledì 27 giugno, il migliore tra i titoli a elevata capitalizzazione.

giovedì 21 giugno 2012

Bashar al-Assad, lo scomodo vicino

Il nemico da combattere con ogni mezzo. Un vicino che rischia di rivelarsi in futuro una minaccia ancora peggiore, qualora l’esito della rivolta dovesse volgere in suo favore.

Bashar al-Assad sempre più al centro delle preoccupazioni saudite. Malgrado l’ingente dispiegamento di forze da parte dei nemici della dinastia alawita, i risultati in campo sono tutt’ora dalla sua parte.
Il Presidente siriano continua a godere infatti dell’indiscusso sostegno di Iran e Russia, il che lo rende certamente più sicuro di quanto non fossero in passato altri leader come Mubarak o Gheddafi.
L’Arabia Saudita, dal canto suo, non vuole rinunciare all’opportunità di veder scomparire uno dei suoi peggiori incubi, pur consapevole dei rischi insiti in una diretta partecipazione alla ribellione siriana. La caduta di al-Assad porterebbe ad un risultato mediato ma sufficiente a riequilibrare l’influenza di Riad sulla penisola arabica.
E il fine dunque giustifica i mezzi.
Dai primi mesi dell’anno è in nome dell’Islam che l’Arabia Saudita ha irrigidito la sua posizione nei confronti del governo siriano, visto come una dittatura retta da una minoranza eretica che opprime i musulmani sunniti. Dietro la missione di affermare un modello statale realmente islamico, Riad si fa promotrice di una battaglia ideologico-religiosa diretta quindi non solo contro la Siria, ma anche, e soprattutto, contro l’Iran e i suoi alleati sciiti.

mercoledì 13 giugno 2012

Armi per i siriani. Si infiamma la regione mediorientale

Il Qatar e l’Arabia Saudita forniscono armi ai ribelli siriani attraverso la Turchia con sostegno servizi di Ankara.

Dopo che nei giorni scorsi l’Arabia Saudita aveva criticato il sostegno da parte dei russi nei confronti della famiglia Assad è di oggi la notizia che i ribelli siriani hanno ricevuto armi dal Qatar e proprio dal paese arabo.
Lo riporta il quotidiano britannico The Independent, spiegando che le armi sono state introdotte attraverso la Turchia e con il sostegno del Mit, il servizio di intelligence turco.
Questa nuova situazione rischia ora di infiammare l'intera regione mediorientale.
Secondo quanto si legge sul quotidiano britannico, i ribelli siriani avrebbero ricevuto, tra l'altro, carichi di kalashnikov, granate da lanciarazzi e armi anticarro. "Il governo turco ci ha aiutati ad armarci", ha confermato una fonte citata dal giornale.

mercoledì 6 giugno 2012

L’Arabia Saudita critica il sostegno di Mosca ad Assad

È giunto il momento in cui la Russia deve cambiare la propria politica nei confronti della Siria: lo ha affermato il ministro degli Esteri saudita, principe Saud al Faisal, chiedendo a Mosca di cessare il sostegno nei confronti del regime del presidente Bashar al-Assad.

Il ministro degli Esteri, Saud al-Faisal ha recentemente commentato una dichiarazione del viceministro degli Esteri russo, Gennadi Gatilov, secondo il quale la permanenza al potere di Assad non era una condizione necessaria per una soluzione della crisi siriana.
Mosca deve "agire a favore della fine delle violenze e di una transizione politica pacifica, cosa che le permetterà di salvaguardare i propri interessi in Siria e nel mondo arabo", ha concluso il capo della diplomazia saudita.
Hanno certamente influito, oltre alle parole di Gatilov, un intervento di Vladimir Putin che, nel corso di un incontro di qualche giorno fa in Germania, aveva dichiarato :”La Russia ha tradizionalmente "longeve e buone relazioni" con la famiglia Assad, "ma noi non supportiamo nessuna parte". L’intervento era poi così terminato: “Ci avvarremo di tutte le possibilità. Noi Russia, ma anche la Germania e tutte le altre parti faranno il possibile per aiutare Annan".

mercoledì 30 maggio 2012

Saudia diventa il 16° membro di SkyTeam

Anche Saudia, la compagnia di bandiera dell'Arabia Saudita, entra a far parte dell'alleanza SkyTeam.

Saudia, la compagnia di bandiera saudita, diventa il primo membro mediorientale di SkyTeam, l'alleanza di cui fa parte anche Alitalia. Dagli hub di Jeddah, Riyadh e Dammam, Saudia offre un network che collega e serve tutta la penisola araba, il subcontinente indiano e il Nord Africa; con l’ingresso della compagnia araba al network mondiale di SkyTeam si aggiungono 51 nuove destinazioni: tra queste Islamabad in Pakistan, Colombo nello Sri Lanka e Alessandria in Egitto.
Michael Wisbrun, Direttore Generale di SkyTeam, durante una cerimonia tenutasi a Jeddah, ha dichiarato: “L’ingresso di Saudia aggiunge grande valore all'Alleanza perché apre ai nostri clienti l'importante mercato dell'Arabia Saudita. […] Con l'adesione di uno dei maggiori vettori della regione rispondiamo alle richieste dei nostri clienti che desiderano avere maggiori possibilità di viaggio in Medio Oriente. Ora possiamo offrire un maggior numero di destinazioni continuando a concentrarci sul miglioramento dei prodotti e dei servizi per i nostri clienti in tutto il mondo”.
Il Direttore Generale di Saudia, Khalid Al-Molhem, ha ricordato che l'adesione a SkyTeam si inserisce nella strategia di trasformazione a lungo termine della compagnia mediorientale, che ha in programma inoltre un rinnovamento del marchio, una ristrutturazione delle principali attività e un miglioramento dei servizi offerti in volo e negli aeroporti.

mercoledì 23 maggio 2012

Riyadh acquista aerei da addestramento Bae e Pilatus

L'Arabia Saudita acquisterà 55 aerei turboelica Pilatus PC-21 e 22 caccia addestratori Bae Systems Hawk.

Riyadh ha firmato un contratto per l’acquisto di 55 aerei turboelica Pilatus PC-21 e 22 caccia addestratori Bae Systems Hawk: i PC-21 inizieranno nel 2014, mentre la nuova versione dell'Hawk arriverà nel 2016. Relativamente agli aerei da addestramento, la forza aerea attuale del Paese è composta principalmente da 45 vecchi Hawk 65 e da 47 turboelica Pilatus PC-9.
Il contratto, di circa 1,6 miliardi di sterline, è comprensivo di manutenzione, simulatori, equipaggiamenti e addestramento del personale locale; tale appalto costituisce quindi una grande opportunità per Bae Systems e Pilatus, che cercano da molto tempo nuovi clienti per i loro addestratori: Bae Systems aveva in ordine solo 28 Hawk 128 per la Royal Air Force, mentre Pilatus - partner svizzero che condivide alcune tecnologie con la corporazione inglese - come la prima, aveva in cantiere un “appalto domestico”, oltre a una partita di aerei per gli Emirati Arabi Uniti.